Il mondo del vino perde uno dei suoi massimi interpreti. E, in modo particolare, il mondo del vino campano accusa un colpo davvero duro. Antonio Mastroberardino è morto e con sé s'è portato via un modo assolutamente straordinario di condurre l'industria vinicola italiana.
Il suo era un mondo tutto fatto di vitigni autoctoni, un mondo in cui regnava sovrana la volontà di valorizzare i vitigni irpini fin dalla nascita dell'azienda. Proprio la storia dell'azienda vinicola irpina è una storia fatta di forza di volontà e radicamento. La storia di un'impresa condotta in modo autorevole da un uomo straordinario.
Antonio Mastroberardino inizia il suo percorso in un'azienda che già a partire dagli anni '30 era stata costretta a combattere contro una marea di avversità: prima la filossera e poi l'invasione tedesca e la guerra ridussero a brandelli l'azienda e l'intera industria vitivinicola irpina. Nel dopoguerra, però, proprio per la volontà di Antonio, si riparte. Ma solo con tre vitigni, fiano, greco ed aglianico. E questa sarà la mossa vincente per l'azienda.
La scelta di puntare su vitigni autoctoni fu coraggiosa e difficile, ma è stata la mossa vincente che ha consentito a Mastroberardino di continuare a crescere e proliferare. Oggi l'azienda, proprio grazie all'opera di Antonio, è nettamente lanciata nel settore come leader del comparto. Il testimonial passa ora al figlio Piero che ha già mostrato ampiamente di conoscere la strada battuta e tracciata dal padre.