Alla lista dei 38 Paesi africani che prevedono severe pene per gli omosessuali, si aggiunge anche l'Uganda, dopo che il presidente in carica da ben trent'anni Yoweri Museveni ha promulgato una legge contro i gay, che prevede un minimo di 14 anni di galera fino all'ergastolo. Le reazioni sono state diverse: la parte favorevole del Paese , a quanto pare assai estesa, ha addirittura raccolto una lista con tanto di nomi e cognomi di 200 uomini famosi e non che sarebbero gay così da farli processare, pubblicandola sul giornale Red Pepper.
A quanto pare la legge anti-omossessuali firmata questa settimana è un atto propagandistico da parte di Museveni, dato che nel 2016 ci saranno le elezioni nel Paese. Mentre il Paese si divide in due, chi chiede l'abolizione della legge sfilando con maschere dai colori della pace e chi esibisce cartelli di ringraziamento al Presidente per la legge, tra cui un gruppo di scolari, l'altra parte del mondo si sirbella. Oggi la Banca Mondiale ha sospeso un prestito all'Uganda di 90 milioni di dollari, proprio a causa dell'emanazione della legge anti-gay.
Il Presidente Musevi ha parlato anche ai microfoni della CNN, affermando che non ha intenzione di ritirare la legge, dato che, avendo scoperto da poco quello che "fanno" gli omosessuali, li trova disgustosi e innaturali. Alla domanda della giornalista di come rispondeva alle associazioni che si battevano per i diritti umani e alle accuse del Presidente Obama, ha detto che ognuno dovrebbe imparare a rispettare le scelte e i valori dei Paesi africani. Museveni è convinto che la sua legge abbia delle spiegazioni scientifiche e afferma che ritirerà la legge solo ove si scoprisse che gli omosessuali siano così sin dalla nascita. Intanto il caos continua e Ban Ki-Moon si dice preoccupato per la situazione.